In occasione del 40° anniversario dell’entrata in vigore in Italia della disciplina dell’aborto “legale”, il Centro Studi Rosario Livatino ha organizzato a Roma il 16 novembre 2018, nell’Aula magna della Corte di Cassazione, il suo convegno annuale dal titolo La tutela della vita nell’ordinamento giuridico italiano. Sfide, problemi e prospettive posti dai ‘nuovi diritti’, alla presenza, fra gli altri, del Primo Presidente della Suprema Corte Giovanni Mammone. Questo numero di L-JUS pubblica le relazioni svolte nell’occasione da Mauro Ronco, Giacomo Rocchi e Paola Braggion: il sentire diffuso che dà per scontato il ricorso alla pratica abortiva – se mai ponendo in discussione l’obiezione di coscienza del medico – le rende particolarmente attuali, e sollecita un rilancio della riflessione in ordine ai profili giuridici della questione. Se deve essere riconosciuto come meritorio lo straordinario lavoro di aiuto concreto e di affiancamento delle gestanti in difficoltà, che da anni vede in prima linea in Italia i Centri di aiuto alla vita, e realtà simili nel mondo, non deve venire meno il lavoro di studio sul carattere fondante del bene-vita, e sulla intrinseca ingiustizia delle leggi e dei provvedimenti giurisdizionali che lo aggrediscono.

È in tal senso interessante seguire quanto accade negli Stati che per primi in Occidente hanno introdotto normative abortive: l’ampia riflessione di Marianna Orlandi sul recentissimo volume a cura di Pilar Zambrano e di William L. Saunders, Unborn Human Life and Fundamental Rights, costituisce un utile aggiornamento di questa prospettiva. Una concreta applicazione giudiziaria in Italia della dimensione assunta dalla deriva ostile alla vita – se pure nella sua fase conclusiva – è il decreto del giudice tutelare del Tribunale di Roma del 23 settembre 2019, che pubblichiamo con un’ampia nota di Giacomo Rocchi.

Nel 2019 con la sentenza n. 221 la Corte costituzionale si è pronunciata sull’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologa da parte di coppie dello stesso sesso, escludendo che esso sia giuridicamente ammissibile: Francesca Piergentili fornisce una sintesi della decisione e dei parametri costituzionali che la sostengono.

Il 2019 è stato in Italia un anno di accese polemiche sul funzionamento dei Tribunali per i minorenni, e dei servizi sociali che con essi collaborano. Prescindendo dalle vicende che le hanno originate, Emanuele Bilotti dedica un’articolata disamina all’identificazione dei diritti del minore, al loro inquadramento nella Costituzione, alla luce della Convenzione di New York e della Convenzione di Strasburgo, e al corretto inquadramento della categoria dell’interesse del minore.

Prosegue la pubblicazione di documenti di rilievo – le conclusioni che il Sost. Procuratore Generale alla Cassazione dott.ssa Luisa De Renzis ha depositato in una controversia riguardante la possibilità di iscrivere come figlio di due persone dello stesso sesso il figlio di una di esse, di sesso femminile, nato a seguito di procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo – e la rubrica di recensioni di volumi su temi fra quelli di interesse statutario del Centro Studi, in questo numero dedicata alla monografia sulle cure palliative di Giovanna Razzano.

Colgo l’occasione per annunciare che gli Atti del convegno del Centro Studi del 29 novembre 2019, “Magistratura in crisi. Percorsi per ritrovare la giustizia”, saranno pubblicati in un volume prossimamente edito da Cantagalli: essi comprenderanno anche il discorso tenuto la mattina dello stesso giorno dal Santo Padre Francesco ai convegnisti, nel corso dell’udienza privata alla Sala Clementina.

 

Alfredo Mantovano