Con ordinanza del 14 febbraio 2018[1] la I^ Corte d’assise di Milano ha sollevato questione di legittimità costituzionale nel procedimento penale a carico di Marco Cappato, instaurato davanti a essa. Nel giudizio costui è imputato per l’agevolazione del suicidio di Fabiano Antoniani – conosciuto mediaticamente come dj Fabo –, che Cappato ha aiutato a recarsi in Svizzera alla clinica Dignitas, nella quale è poi avvenuto il decesso.

Il collegio ambrosiano ha sospeso il processo e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte costituzionale, poiché ha ritenuto la rilevanza e la non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 del codice penale, nella parte in cui incrimina le condotte di aiuto al suicidio in alternativa alle condotte di istigazione. Ciò avverrebbe a prescindere dal loro contributo alla determinazione o rafforzamento del proposito di suicidio, e quindi contrasterebbe con gli artt. 3, 13 comma 1 e 117 della Costituzione, in relazione agli artt. 2 e 8 della Convenzione Europea Diritti dell’Uomo.

L’altro rilievo di illegittimità della norma codicistica riguarda la parte in cui essa prevede che le condotte di agevolazione dell’esecuzione del suicidio, che non incidano sul processo deliberativo dell’aspirante suicida, siano sanzionabili con pena elevata, senza distinzione rispetto alle condotte di istigazione, ponendosi così in conflitto con gli artt. 3, 13, 25 comma 2 e 27 comma 3 della Costituzione.

Nel giudizio in questione i pubblici ministeri avevano in realtà concluso per l’incostituzionalità dell’art. 580 c.p. solo in via subordinata, poiché in via principale avevano domandato l’assoluzione di Cappato per insussistenza del fatto: in coerenza con la loro richiesta di archiviazione avanzata a conclusione delle indagini, e respinta dall’ordinanza del 10 luglio 2017 del Giudice per le indagini preliminari di Milano, che aveva invece imposto di formulare l’imputazione. La Corte costituzionale fa fissato l’udienza di discussione al 23 ottobre 2018. Il Centro Studi Livatino ha depositato nei termini un proprio atto di intervento nel giudizio per chiedere che la questione sia dichiarata inammissibile o, in subordine, manifestamente infondata: l’atto è stato presentato dal presidente del Centro Studi, prof. avv. Mauro Ronco, e dall’avv. Stefano Nitoglia. A sostegno della inammissibilità o della infondatezza della questione sollevata hanno presentato distinti atti di intervento anche il Movimento per la Vita e l’associazione Vita è.

Il 15 giugno scorso, in collaborazione con il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza dell’Università Europea di Roma, il Centro Studi ha svolto un workshop sull’argomento dal titolo Diritto alla morte/morte del diritto? Dopo il saluto del prof. Emanuele Bilotti, Professore ordinario di Diritto privato e Coordinatore del Corso di laurea in Giurisprudenza nell’Ateneo ospitante, si sono articolati i lavori, con interventi programmati. L-JUS è una rivista che ha cadenza semestrale: è già stato pubblicato il numero di gennaio-giugno ed è in preparazione quello di luglio-dicembre; riteniamo tuttavia di uscire con un numero speciale della rivista per pubblicare con tempestività i principali documenti che ineriscono la vicenda giudiziaria in questione, quanto abbiamo predisposto in vista dell’udienza della Consulta del 23 ottobre, e quanto ha costituito oggetto dei lavori del workshop di giugno, auspicando di fornire un quadro di insieme delle principali voci in discussione.

Il lettore troverà in un unico contesto – al fine di fornire un quadro completo – atti già pubblicati sul sito del Centro Studi, e in particolare l’ordinanza del 10 luglio 2017 del Giudice per le indagini preliminari di Milano, che ha dato origine al processo, l’ordinanza del 14 febbraio 2018 della I^ Corte d’assise di Milano e l’atto di intervento per conto dello stesso Centro Studi. A essi seguono, in originale e in esclusiva per L-JUS i testi di alcuni dei partecipanti al workshop, e in particolare della prof.ssa Giovanna Razzano, Professore aggregato di Diritto pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza  dell’Università di Roma “La Sapienza”, del dott. Aldo Rocco Vitale, Dottore di ricerca in Storia e Teoria generale del diritto europeo presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” e dei magistrati Giacomo Rocchi, consigliere alla 1^ sezione penale della Corte di Cassazione e Claudio Galoppi, consigliere uscente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Confidiamo che il materiale di documentazione e di valutazione permetta di cogliere le molteplici e complesse articolazioni della controversa vicenda giudiziaria.

[1] Iscritta nel reg. ord. al n. 43 del 2018, pubblicata in G.U. 1a Serie Speciale – Corte Costituzionale, n. 11 del 14 marzo 2018.


Alfredo Mantovano